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Al via gli #innoistalk dedicati ai temi dell’innovazione in collaborazione con CDP venture capital

11/05/2020

Innois, la Piattaforma per l’Innovazione della Fondazione Sardegna, in collaborazione con CDP Venture Capital Sgr – Fondo Nazionale Innovazione, ha dato il via a un ciclo di webinar sul mondo del venture capital.

Gli #INNOISTALK rappresentano un’occasione per incontrarsi, rigorosamente in digitale, e attivare una conversazione tra startupper, imprenditori di successo, esperti di settore e venture capitalist.

Il primo appuntamento, dal titolo “CDP Venture Capital Sgr al sostegno dell’innovazione. Nuove opportunità per le imprese”, ha visto protagonisti Francesca Ottier, Responsabile del Fondo Italia Venture II, e Stefano Molino, Responsabile del Fondo Acceleratori di CDP Venture Capital Sgr.

“La mission del Fondo Italia Venture II è investire nelle startup del Sud in tutte le fasi del ciclo di vita”, dice Ottier, “perché il territorio è complesso ma ha grandi potenzialità, da presidiare con strumenti specifici.”

D’altra parte, i dati parlano chiaro: meno del 2% degli investimenti provenienti da Venture Capital e Private Equity è stato destinato al Sud: succede perché tanti founder si spostano a Milano, dove è più facile accedere a capitali e mercato.

Una rotta che il Fondo Italia Venture II ha cercato di invertire attraverso Seed per il Sud, il programma che ha puntato a sostenere le più promettenti startup del Mezzogiorno in fase Seed e Pre-seed, con un’attenzione particolare a quelle già legate a incubatori e acceleratori attivi sul territorio di riferimento.

Seed per il Sud, che ha avuto a disposizione un plafond di 8 milioni, si è posto 3 grandi obiettivi: mettere risorse fin dalla fase iniziale, attrarre capitali privati facendo leva sul mercato, fare interventi selettivi e in tempi rapidi. Tutto questo, grazie a importanti partnership con altrettanti acceleratori locali.

“Abbiamo usato un finanziamento convertendo per un importo fino a 300mila euro per quanto riguarda la quota del fondo”, continua Ottier. “Si tratta di uno strumento chiave per semplificare e velocizzare il processo, perché la valutazione viene rimandata alla fase di conversione”.

Risultato: da giugno il programma ha siglato 18 partnership con altrettanti acceleratori e ha chiuso 46 investimenti di cui 25 già erogati, mentre gli altri 21 saranno chiusi entro fine novembre.

Il Fondo Acceleratori, invece, non punta sulla focalizzazione geografica: “Il Fondo nasce per le fasi Seed e Pre-Seed, che a oggi sono le meno coperte dal Venture Capital in Italia”, racconta Stefano Molino, responsabile del Fondo. “L’obiettivo è supportare lo sviluppo di programmi di innovazione verticali, coinvolgendo acceleratori nazionali e internazionali ma all’interno di un’unica rete connessa che rappresenta un modello unico al mondo”.

Essenziale, in questo senso, è lavorare insieme alle corporate, che vanno coinvolte nei programmi di accelerazione non solo in termini di finanziamento ma anche di opportunità di mercato.

Ed è per questo che è nata l’iniziativa AccelerOra, con focus sulle realtà imprenditoriali maggiormente colpite dall’emergenza Covid-19.

“Siamo intervenuti in una logica di matching rispetto al portafoglio di acceleratori esistenti”, prosegue Molino, “unendo i capitali raccolti dal Fondo Acceleratori con gli investimenti privati. La nostra presenza ha dato forte credibilità al processo di fundraising delle startup, permettendo loro di chiudere rapidamente i round di investimento”.

Le startup vengono accompagnate nello sviluppo di prodotti, servizi e tecnologie, per essere pronte a ricevere capitali nei round successivi.

“Avere un investitore istituzionale ha permesso di sbloccare un fundraising complicato in questo momento”, racconta Molino, “basti pensare che gli 8 milioni che abbiamo allocato ne hanno portati complessivamente 25, per oltre 40 investimenti completati.”.

Ma non si tratta solo di finanziamenti: mentoring, coaching e network sono altrettanto importanti per superare la fase di accelerazione e riuscire a testare la propria innovazione sul mercato.

Come ricorda Ottier, “gli acceleratori partecipano alla formazione della cultura delle startup: portano competenze, creano collegamenti con il mondo dell’industria e delle università, favoriscono un ecosistema fertile per crescere nel territorio”.

Un ruolo che viene confermato anche da due degli startupper che hanno ricevuto finanziamenti: Andrea Concas di ArtRights, la piattaforma di certificazione automatizzata delle opere d’arte con tecnologia blockchain e intelligenza artificiale, e Andrea Severino di Virtuoso, la app che la usa psicologia comportamentale per incentivare i comportamenti salutari.

E quali sono allora, gli scenari futuri? Ottier e Molino hanno entrambi una visione ottimista: questo è un momento di discontinuità per il mondo dell’innovazione, perché ci sono tanti capitali sul mercato, cresce l’attenzione alla transizione energetica e l’emergenza sanitaria ha reso evidente quanto sia necessario accelerare il processo di digitalizzazione in tutti gli ambiti, dalle imprese alla scuola.

Ci sono quindi tutti i presupposti per far compiere un salto all’ecosistema italiano, puntando su strumenti capaci di contaminare startup e aziende per cambiare radicalmente i modelli di business.

The ecosystem supporting innovation in Italy