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The culture of innovative entrepreneurs told in seven podcasts, through the voices of CDP Venture Capital's key players
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The culture of innovative entrepreneurs told in seven podcasts, through the voices of CDP Venture Capital's key players
A series of eight unique matching events between investors, start-ups and companies promoted by CDP Venture Capital and dedicated to start-ups operating in the country's main production sectors.
43 major Italian companies along with 65 of the most promising start-ups with the aim of encouraging investments and business partnerships
In each of the eight episodes, Monty and his guests, experts and startuppers, tell us stories of innovation: from the birth of the business idea, to the project and the path to convert it into a reality. The web series shows daily successes and problems addressed in the words of those who have lived through these experiences and through the storytelling of the main venture capitalists.
Le startup non necessitano solo di capitali per crescere ma anche di un network industriale. CDP in questo contesto diventa l’attore di riferimento per lo sviluppo del tessuto innovativo del Paese, apportando importanti capitali: 500 milioni, e mettendo a disposizione il proprio network industriale. Per una realtà come CDP poter creare dei collegamenti continui tra le startup ed alcune delle principali aziende del Paese permette importanti benefici da entrambi i lati: le startup potranno così sviluppare diversi accordi commerciali ed accedere al know-how e agli asset di grandi player, mentre le corporate potranno accedere a ulteriori fonti di innovazione per restare più competitive sul mercato.
Il COVID-19 è stato il cigno nero che ha segnato il 2020. Una sfida a cui nessuno si è potuto sottrarre e in Italia l’impatto è stato particolarmente significativo. Il primo settore colpito, ma anche il più pronto a sapersi re-inventare è stato quello delle startup. Molte si sono quindi trovate ad affrontare questa nuova sfida: c’è chi ha dovuto gestire improvvisamente un boom di ordini e chi ha trovato nuove strategie per meglio fronteggiare questa situazione. Andremo quindi ad ascoltare come tre di queste startup hanno reagito, sperando che le loro storie possano essere di ispirazione e di esempio a molti startupper presenti e futuri.
Il mercato internazionale è uno scenario importante per la crescita delle startup italiane e per chi ci è riuscito ha rappresentato un’importante opportunità di crescita. Però, ad oggi, ancora molte si limitano ad operare all’interno dei confini nazionali. Espandersi all’estero richiede la capacità di superare molte barriere di tipo amministrativo, organizzativo, fiscale, ma non solo. Cercheremo quindi di capire con i nostri ospiti quali sono le principali sfide da affrontare e analizzeremo alcuni casi di successo; sperando che la strada intrapresa da questi imprenditori possa essere ripercorsa da sempre più startupper che ambiscono a vedere la propria idea conquistare i mercati internazionali.
Cosa significa essere uno startupper? Quali sono i rischi di abbandonare il percorso tracciato per avventurarsi nel tortuoso mondo dell’imprenditoria? La carriera imprenditoriale ancora oggi non è contemplata tra i classici profili lavorativi, e spesso non viene considerata come un possibile percorso di crescita per chi viene dal mondo accademico o da grandi aziende. In molti casi, accademici, manager ed esperti di settore non sanno come valorizzare il proprio know-how, o vedono la via imprenditoriale come oscura e troppo rischiosa sottostimando le opportunità che ne possono derivare. In questa puntata raccontiamo le storie di chi si è avventurato su questo percorso per rivelare cosa si nasconde dietro la scelta di diventare imprenditori.
La ripresa del Paese passa anche dalle startup. Negli ultimi mesi oltre 600 nuove startup sono nate e diverse storie di successo hanno caratterizzato il mondo dell’imprenditoria nonostante il periodo di difficoltà attraversato. Le startup possono rappresentare un’importante opportunità per il Paese, introducendo modelli di business o servizi innovativi che meglio rispondono alle nuove condizioni emergenti, o semplicemente portando nuove soluzioni ai problemi esistenti. In questa puntata vi presenteremo tre startup che lo stanno già facendo così che possano essere di ispirazione per tanti futuri imprenditori.
Al giorno d’oggi si parla frequentemente di startup e di venture capital, ma esistono diversi miti sulla figura dei venture capitalist e sulle corrette modalità con cui le startup si debbano presentare per avere successo. La scelta del fondo a cui chiedere investimenti è in realtà uno dei momenti più delicati nella vita dell’imprenditore e può condizionare la crescita futura dell’azienda. In questa puntata scopriremo il dietro le quinte dei fondi VC: le storie delle persone che ne fanno parte, le logiche di funzionamento, le strategie con cui selezionano le società di interesse e i consigli dei venture capitalist su come avere successo.
Il mondo accademico italiano include diverse università di eccellenza, rinomate a livello internazionale per pubblicazioni di elevata qualità. Purtroppo, rispetto ai principali Paesi europei la ricerca accademica italiana si traduce in un minore numero di brevetti e, di conseguenza, in una maggiore difficoltà a convertire la ricerca del nostro paese in soluzioni che si presentano sul mercato. Recentemente si sta però vedendo un nuovo trend globale a favore del cosiddetto settore del Deep Tech e del Technology Transfer e in questa puntata scopriremo con i nostri ospiti cos’è il trasferimento di tecnologia e in cosa si differenzia rispetto alle modalità con cui diverse celebri startup sono nate in passato.
Negli ultimi anni sempre più corporate iniziano progetti volti alla collaborazione con le startup. È ormai riconosciuta l’importanza che l’innovazione dall’esterno ricopre nel mantenere la competitività delle aziende, soprattutto in mercati ad alta competizione e ad alto rischio di disruption. Diverse sono però le iniziative che le aziende possono intraprendere, dall’open innovation al corporate venture capital. In questa puntata andremo ad analizzare le principali differenze per capire come sia importante scegliere il giusto mix per ottenere i migliori risultati tenendo in considerazione gli obiettivi che ciascuna azienda vuole raggiungere.
Quando si parla di salute si mette alla prova una società e la sua capacità di prendersi cura di sé. Le molte sfide ancora aperte stimolano le startup ad immaginare strumenti nuovi e avanzati di diagnosi, cura e gestione del malato. Se è vero che la pandemia mondiale di SARS- CoV-2 ci ha reso più vulnerabili, è altrettanto vero che l’emergenza ha mostrato come le startup siano capaci di adattarsi a nuovi e inattesi bisogni. Strumenti diagnostici intelligenti, materiali innovativi e tecnologie per la rigenerazione di ossa e tessuti: le startup mostrano a grandi aziende del settore risultati e obiettivi, per migliorare la vita di tutti noi. Le “big” Kedrion Biopharma, Novartis Farma e Dedalus incontrano le startup Weart, Orpha Biotech, Pandhora, Endostart, Deeptrace Technologies, Restorative Neurotechnologies, Teiacare, Greenbone, Wise e Tensive.
Il nostro rapporto con il denaro è cambiato. Insieme alla ricerca di nuovi sistemi di sicurezza, è aumentata anche la fiducia in nuovi strumenti agili e intelligenti per risparmiare, investire e pagare in modo veloce, agile, tracciabile che siano anche, se possibile, vantaggioso. Le startup più promettenti sono quelle che hanno saputo leggere e intercettare questa richiesta: sono nate piattaforme di pagamento, app per gestire investimenti, portafoglio e transazioni per piccole e grandi somme o per pagare utenze, servizi e assicurazioni, con sempre meno burocrazia e sempre più autonomia. Le startup Growishpay, Easypol, Credimi, Switcho, Splittypay, Qi4M, Sardex e Yolo si presentano a Generali, SIA, Neva SGR, Exprivia, Banca Sella, Objectway, ICCREA, E.Va Energie Valsabbia.
Per contrastare i cambiamenti climatici e trovare alternative energetiche necessariamente sostenibili, il capitolo ambiente occupa oggi uno spazio di fondamentale importanza nelle agende internazionali. Ad anticipare i tempi immaginando un futuro più “green” ed un utilizzo ottimale di risorse rinnovabili sono e sono state proprio le startup. Studiando il territorio e il tessuto urbano, sviluppando nuove tecnologie e nuovi materiali hanno dato vita ad infrastrutture digitali e processi circolari capaci di migliorare la qualità della nostra vita. Envision, AWorld, Nexus TLC, 40 South Energy, Enerbrain, Airlite, Newlisi e Befreest presentano nuove soluzioni possibili ad 8 grandi aziende attive in campo energetico (e non solo): Snam, ENI, Italgas, A2A, Nextchem, Sorgenia, Tozzi Green e Iren.
Marketplace digitali, condivisione di dati dal produttore al consumatore, sempre più trasparenza e attenzione al benessere. Sono questi gli ingredienti su cui punta sempre di più il settore food in Italia, che segue una tendenza ormai globale ma punta anche alla valorizzazione del patrimonio inestimabile delle materie prime e dei loro derivati che da sempre contraddistinguono il nostro paese nel mondo. Con ecommerce, frigoriferi smart e applicazioni per smartphone, le protagoniste di questa puntata Soplaya, Wenda, Myfoody, Frescofrigo, Caffè Italiano, Tziboo e Offlunch. Con loro 6 grandi gruppi italiani che operano nella produzione e nella distribuzione: Eataly, Blu 1877, Newlat Group, Inalca, Bonifiche Ferraresi e Rustichella d’Abruzzo.
Non solo cultura, storia ed enogastronomia: i servizi di accoglienza hanno un ruolo altrettanto importante nell’offerta turistica di un territorio e nella messa in rete delle proprie risorse. Data science, software gestionali, servizi per proprietari di immobili, tour operator e compagnie assicurative sono diventati strumenti indispensabili per rispondere ai bisogni sia di chi organizza viaggi sia di chi li vive. Il 2020 è stato l’anno delle valigie ferme, ma le idee non si sono mai fermate: lo dimostrano le startup che ne hanno approfittato per continuare a studiare e a migliorare le proprie soluzioni. Airbnb, TH Resort e Nicolaus Group hanno l’opportunità di conoscere i progetti di nove startup che operano nel turismo e nell’accoglienza: Barty, The Data Appeal Company, Inreception, Sweetguest, Vikey, Besafe Rate, Nausdream, Hevolus e Radical Storage.
Con “Industria 4.0” si fa riferimento all’automazione industriale che integra le nuove tecnologie nel processo produttivo, per migliorare condizioni di lavoro, prospettive di business e prodotto. In Italia la ricerca in questo settore non si è mai arrestata, muovendosi di pari passo con le esigenze delle aziende, alla costante ricerca di un’ottimizzazione di tempi e tecniche. Parliamo di cloud platform, prodotti software per la gestione del magazzino, visori 3d, robot-assistenti e molto altro. Sei startup, Qaplà, Vection Technologies, Eli Wms, Smart Robots, Mypart Meccanica e Fifthingenium, incontrano sei grandi aziende leader in Italia, Fincantieri Group, Adler Group, Ufi Filters, SDF Group, Marcegaglia Group e FPT Industrial.
Intelligenza artificiale, algoritmi, cloud e big data sono il minimo comune denominatore di molte applicazioni innovative che spaziano dall’industria al marketing, dalle infrastrutture alla medicina. Davanti ad enormi raccolte di dati e informazioni, esistono strumenti che sanno gestire e organizzare informazioni per diventare preziosi alleati delle risorse umane. Lo abbiamo parzialmente sperimentato anche grazie allo smart working, ma la complessità delle operazioni possibili apre nuovi orizzonti applicativi. Il confronto è aperto e coinvolge 5 corporate – SIA, Microsoft, TIM, Credem e GDS Lightning – e 10 promettenti startup: Altilia, Ipervox, Emotiva, IEM Explore, Babylon Cloud, Mapendo, Big Profiles, Buzzoole, Laila Tech e Healthy Virtuoso.
Cosa può fare l’innovazione per il settore delle costruzioni? Moltissimo, se lo intreccia a economia circolare, materiali innovativi, realtà virtuale, realtà aumentata e soluzioni per la sicurezza. Aggiungono valore a 360° gradi sulla value-chain aziendale e sanno valorizzare le competenze umane apprese sul campo, ottimizzando i tempi e migliorando i risultati anche sul lungo periodo. In questa puntata Trevi, Saipem, PAC e ICM Group incontrano storie e progetti di Entando, Edilgo, Confirmo, Keyless, Mindesk, Cubbit, Ricehouse e Materias.
Se immaginiamo le startup come organi di un corpo, il venture capital è un po’ il sangue che consente a questi organi di crescere e funzionare. Spesso sentiamo dire che le startup italiane faticano a crescere e che sono in ritardo rispetto al resto d’Europa. Una delle cause principali di questo ritardo è proprio la carenza di investimenti in capitale di rischio. Certo, i fondi di venture capital in Italia ci sono, ma il loro numero e le loro dimensioni sono spesso inferiori rispetto alle economie più avanzate. Per cercare di colmare questo gap e dare linfa vitale all’ecosistema dell’innovazione italiana è nata CDP Venture Capital.
Quando sentiamo parlare di startup c’è sempre un elemento che fa parte della formula: il rischio. Non c’è una ricetta precisa ma fare impresa da zero ha inevitabilmente una componente di rischio, e il calcolo di questo è ben presente in chi per professione investe in startup. Forse è impossibile immaginare un florido mercato delle startup senza un florido mercato del venture capital. Il motivo è che questo particolare tipo di aziende ha bisogno di una particolare tipologia di investimenti. Uno degli obiettivi di CDP Venture Capital è contribuire alla crescita degli investimenti in capitale di rischio per neoimprese innovative.
Spesso le startup nascono da poco più di un’idea. Ma per arrivare sul mercato serve qualcosa in più: una squadra forte, una divisione dei compiti, la consapevolezza di come arrivare al proprio mercato di riferimento. Per aiutare queste aziende a trovare una loro strada al mercato da decenni, sono in piedi dei programmi di accelerazione aziendale. Il più famoso al mondo è Y-Combinator lanciato nel 2005 a Mountain View da Paul Graham, uno dei personaggi in assoluto più di rilievo nel mondo delle startup. Uno dei programmi di CDP Venture Capital riguarda proprio la creazione di acceleratori di neoimprese innovative in Italia.
Per molti il luogo per eccellenza dove nasce una startup è il garage: un luogo mitico, come quello in cui Jobs e Wozniak crearono la Apple. Ma chi frequenta il mondo dell’innovazione sa che una grossa fetta di nuove tecnologie arriva dalle aule delle università e dei centri di ricerca. Succede anche in Italia. Da noi, molte Università hanno avviato da anni spin-off universitari che in alcuni casi sono diventati successi di mercato. Uno dei progetti di CDP Venture Capital è dedicato proprio a questo settore: si tratta del Fondo di Technology Transfer e ha l’obiettivo di finanziare le startup universitarie con investimenti diretti e indiretti.
C’è un terreno comune a startup e aziende consolidate: l’esigenza di innovare, di evolversi. Le startup devono per natura saper sfidare il mercato con il proprio prodotto, con la propria idea di business, con il proprio modello. Le grandi corporate, dal canto loro, devono innovare per necessità, nel processo di evoluzione della specie che le porta a modificare la propria offerta e il proprio modo di lavorare e far lavorare. Una sinergia fra questi due mondi è necessaria. Il Corporate Venture Capital è lo strumento con cui le aziende veicolano capitali verso l’innovazione, colmando la distanza che le separa dal futuro. Oggi scopriremo come CDP Venture Capital ha deciso di lavorare su questo settore per mettere in contatto grandi aziende e neoimprese innovative.
Per funzionare le startup non hanno solo bisogno di una buona idea, di bravi founder e capitali coraggiosi. Servono anche competenze, conoscenza di come funziona il mercato, buoni talenti da acquisire e capacità di lavorare con le imprese più grandi. Una serie di strumenti per aiutare le startup su questo fronte arriva da XLab, un contenitore di CDP Venture Capital all’interno del quale sono già operativi diversi progetti.
Per fare impresa servono competenze. E servono anche per fare startup. Molto spesso chi ne lancia una non ha molta competenza imprenditoriale, mentre la maggior parte delle startup di successo vengono da chi ne ha già una alle spalle, a volte più di una. Di base, la ricetta è sempre uguale: serve esperienza, servono competenze. Per questo uno dei progetti di CDP Venture Capital per supportare le startup è una piattaforma di e-learning. Si chiama Digital Xcelerator e offre gratuitamente agli startupper e ai wannabe startupper dei percorsi formativi digitali per insegnare le competenze necessarie ad avviare un percorso imprenditoriale di successo.